Riflettendo (In Reflection)

Riflettendo Dipinti di Meridith McNeal

Torre Truglia, Sperlonga, Italy

May 2017

Finestrofilia del Dentro/Fuori: Riflettendo, dipinti di Meridith McNeal

Tre cose richiedono una cornice per avere struttura: un dipinto, una storia ed una finestra. Certamente si parla per ognuna di un diverso tipo di incorniciatura ma il concetto rimane simile: astratta o fisica, una cornice implica una prospettiva. È il punto di partenza.

Il punto di arrivo però, è tutto un altro discorso, perché le cornici - di dipinti, di storie o di finestre - non sono poi così semplici. Sono porti d’entrata, che contemporaneamente innalzano barriere e marcano territori: lo spettatore si trova da una parte o dall’altra della cornice. Simultaneamente, una cornice organizza, invita, indica la strada, e separa.

Ed in particolare Le finestre, invitano ad una molteplicità di significati. Se si aggiunge una superficie di riflesso, la luce può fare giochi di magia, creando una sorta di raffinata confusione: quello che si trova da un lato della cornice può coesistere con ciò che si trova dall’altro, lo spazio dietro e davanti allo spettatore sovrapposti. Dove sei stato si presenta a fianco di dove ti trovi, o di dove potresti finire.

Le opere di Meridith McNeal riescono a trasmettere questa magia con eleganza. I suoi dipinti meticolosamente costruiti, offrono una serie di immagini, ambientate in Italia e a Brooklyn, New York, che esplorano il significato di trovarsi da un lato o dall’altro – o anche in un lato e nell’altro. È un atto possibile, e i dipinti di Meridith McNeal ci mostrano come.

Questi riflessi possono essere opulenti, come le arcate degli interni in Tapestry (Roma) o Chandelier (Roma), oppure un po’ malinconici - le vetrine in First Aid o Music Lessons - o più familiari all’artista, dove le strade della sua Brooklyn vengono intraviste attraverso le tende svolazzanti di Tarot Specialist (Coney Island, Brooklyn). Il linguaggio è ricco, evocativo.

Ma all’interno delle opere, quello che più stimola l’immaginazione sono gli accenni: ciò che si trova fuori dalla cornice, dietro l’angolo o proprio dietro le spalle dello spettatore. Ogni vetrina di un negozio racchiude non solo i propri oggetti, ma anche il fantasma dell’osservatore. Ogni finestra affacciata a un cortile o su una cittadina a sua volta contiene, sospeso, qualcosa appartenente allo spettatore e alla stanza dalla quale sta osservando. Ogni vetrina davanti a un dipinto rivela l’artista, la sua mano, o quella di un altro. Il provocante, post-industriale Eye (Red Hook, Brooklyn) condivide la sua realtà con le tracce più sfocate di una casetta dalle mura bianche. Questi dettagli non sono solo giochi di luce ma presenze.

Soprattutto, questi dipinti - queste finestre, queste storie - ci ricordano di non presumere di sapere in quale lato della cornice ci troviamo. Le finestre di Mc Neal illuminano, in tutti i sensi della parola; sono condotti di luce, visioni - e conoscenza. Anche durante lo spensierato cameratismo di un caffè con un amico, un riflesso su di un tavolo ci suggerisce che c’è un mondo là fuori; anche una serie di seducenti campanelli su una parete ci suggeriscono cosa significa trovarsi fuori, e avere il desiderio di entrare.

Saggio di Lisa Peet, Condirettrice Notizie presso la Library Journal, scrittrice, critica e artista - vive nel Bronx a New York. Traduzione dall'inglese all'italiano a cura di Giulia Pelliccioni e Catherine de Zágon.

Installation view

Torre Truglia, in Sperlonga, Italy which sits on an elevated spit of land, was built in 1532 over an existing Roman lookout tower and was reconstructed in the 18th century. It is now an exhibition space and cultural center.

Old town Sperlonga as viewed from Torre Truglia